Il divieto di accesso ai cani nei parchi pubblici e nelle aree verdi di Thiene «è illegittimo e va pertanto cancellato».
A chiederlo, senza mezzi termini, è l’Enpa che attraverso il suo legale, l’avvocato Alessandro Dall’Igna di Thiene, ha inviato all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco G.C. una lettera di diffida affinché venga subito apportata una modifica al regolamento comunale per consentire il libero accesso dei cani nei giardini cittadini.
Una richiesta che, se non verrà accolta entro 30 giorni, potrebbe portare l’associazione animalista a presentare ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale.
«Dopo che il Comune di Thiene ha negato all’Enpa l’autorizzazione per organizzare l’annuale festa con i quattro zampe al parco di Villa Fabris – spiega l’avvocato Dall’Igna – motivandola con il fatto che i cani avrebbero sporcato l’ampia area verde pubblica, l’associazione ha voluto prendere posizione e fare chiarezza sul regolamento comunale che norma l’ingresso dei cani proprio nelle aree verdi».
L’avvocato Dall’Igna fa presente che, «contrariamente ad altri Comuni della zona, in tutta Thiene vige il divieto di fare entrare i cani nei parchi pubblici. Ma è un divieto che contrasta apertamente con la legge regionale del Veneto n.17 del 2014 che norma l’accesso a giardini, parchi, aree pubbliche e aree riservate agli animali da compagnia». Dunque, stando al legale al quale si è rivolta l’Enpa, bisognerebbe procedere alla modifica delle regole imposte dal Comune.
La legge regionale parla chiaro, ribadisce dall’Igna: «Agli animali da compagnia, accompagnati dal proprietario o da altro detentore, è consentito l’accesso a tutte le aree pubbliche e di uso pubblico, compresi i giardini, i parchi e le spiagge; in tali luoghi è obbligatorio l’uso del guinzaglio e della museruola o di altri strumenti contenitivi, secondo le modalità già previste dalla normativa vigente».
E aggiunge, in riferimento a quanto previsto dalla legge regionale: «Agli animali da compagnia è vietato l’accesso in aree destinate e attrezzate per particolari scopi, come le aree giochi per bambini, quando a tal fine sono chiaramente delimitate e segnalate con appositi cartelli di divieto».
Non solo il Tar del Veneto, ma anche gli altri Tribunali amministrativi italiani, sostiene il legale dell’Enpa, «hanno dichiarato i provvedimenti di questo tipo del tutto illegittimi evidenziando oltretutto il fatto che non si può negare l’accesso ai cani perché sporcano, in quanto la raccolta delle deiezioni è già un obbligo del proprietario che il Comune può solo far rispettare attraverso controlli e sanzioni».
Stando a questa premessa, «chiediamo pertanto al Comune di rivedere subito il regolamento comunale e di rimuovere qualsiasi divieto presente nelle aree in cui attualmente sono stati previsti».
La scelta di impuntarsi, di fronte alla decisione presa dall’Amministrazione dipende anche dal fatto che «è un problema che riguarda moltissimi thienesi se si considera che in città sono presenti ben 2.500 cani censiti con microchip a fronte di 9.900 famiglie; dobbiamo dare loro la possibilità di accedere alle aree verdi cittadine».