VICENZA. Che fosse ubriaco non ci sarebbero dubbi: l’alcoltest non aveva mentito, con il display che indicava i 2,19 grammi di alcol per litro di sangue, oltre quattro volte il limite consentito dalla legge. Ma il giudice lo ha dovuto assolvere per una nullità: i carabinieri, quella mattina, non gli avevano nominato un avvocato d’ufficio, come previsto dalla legge e come anche di recente la Cassazione ha indicato come passaggio indispensabile. Poichè il test è un esame irripetibile, ogni indagato ha il diritto di farsi assistere da un legale e se non ne ha uno, di farselo nominare al momento dalle forze dell’ordine.
È la singolare vicenda che vede per protagonista A.A., 53 anni, di Thiene, che grazie all’avv. Alessandro Dall’Igna ha ottenuto dal giudice Barbara Maria Trenti l’assoluzione perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato. Il pubblico ministero onorario Isabella Dotto, che invece riteneva che quella nullità non fosse determinante ai fini della dichiarazione di responsabilità, aveva chiesto 6 mesi di arresto.
Il Giornale di Vicenza, 28/11/2014