Il trauma midollare subito da L.M. sarebbe stato sottovalutato al momento del ricovero perché la Tac non l’aveva segnalato. Nonostante il paziente si lamentasse molto. Era stato sottoposto a manipolazioni neurologiche che avrebbero peggiorato il suo stato di salute. Ma erano state fatali, fino a causare il decesso il 5 settembre scorso, a quasi un mese dall’incidente stradale in cui L.M., 80 anni, di Malo era stato coinvolto?
La risposta all’interrogativo è articolata e dipende dai punti di vista. L.M. aveva perso il controllo della propria auto il 7 agosto vicino a casa. Nell’uscita di strada la sua auto si era copovolta. Tra i primi a soccorrerlo il figlio. In ospedale fu sottoposto a visita medica e consulenza neurologica. Gli fu diagnosticata la frattura dello sterno e una cervicalgia, e un deficit agli arti inferiori. Fu lui stesso a riferire ai medici che aveva però problemi di mobilità anche agli arti superiori. Fu poi trasferito a Vicenza, dove purtroppo morì.
Il pm Giulia Floris, in base alla consulenza del medico legale, ritiene che non ci siano responsabilità professionali dei cinque medici dell’ospedale di Santorso che sono indagati per omicidio colposo ed ha chiesto l’archiviazione. Si tratta dei chirurghi L.I., M.M., G.P. e F.Z., e del neurologo M.P., che avevano assistito L.M. durante la degenza all’“Alto Vicentino”.
Di tutt’altro parere è l’avv. Alessandro Dall’Igna di Thiene, che tutela la famiglia e che ha presentato un’opposizione in cui partendo proprio dalle conclusioni del consulente medico della procura, Nicole Pasin, arriva a considerazioni opposte rispetto al pm.
Il medico legale se da un lato ritiene che da parte dei medici indagati non ci siano colpe specifiche in relazione alla morte di L.M., tuttavia osserva che «invece appare possibile oggetto di censura la successiva gestione del paziente». Il consulente della procura parla di «sottovalutazione dei sintomi lamentati dal paziente e di quanto effettivamente rilevato all’esame obiettivo neurologico» e si concentra sulla manovra di mobilizzazione del capo. «Non è del tutto chiaro perché in un politraumatizzato della strada che prima dell’incidente godeva di buona salute – scrive la dr. Pasin -, e che durante il ricovero non presentava rialzo febbrile o segni di irritazione meningea, sia stata effettuata una manovra di mobilizzazione del capo per valutare la presenza di rigor nucalis». La manipolazione del collo di L.M. che «presentava vertebre disallineate e fratturate», per l’avv. Dall’Igna, in base al proprio consulente, «è stata un errore medico». Di qui la richiesta di ulteriori indagini, come la consulenza di un neurologo, come suggerito dallo stesso medico legale Pasin. Sarà decisiva la posizione che assumerà il gip Massimo Gerace.
Il Giornale di Vicenza