Giustizia a due velocità. Creditore risarcisce debitore

È quasi come la storia dell’uomo che morde il cane. L’impresario edile J.M. non ha ancora visto i soldi dei lavori che ha completato all’epoca della lira (2001), perché la causa civile è tuttora in piedi al Tribunale di Schio, intanto deve pagare al debitore M.D.O. 5 mila euro di danni per avergli rotto il naso con un pugno nel maggio 2004. Quando, spazientito, perché M.D.O. fece opposizione a un decreto ingiuntivo di 70 milioni di lire, andò a trovarlo e, nonostante ci fossero gli avvocati di mezzo, J.M. aveva regolato il contenzioso, sbagliando, con una “grosta” al viso con l’aggiunta di un’espressione illecita: «Ti taglio le canne della gola».
A dimostrazione che giustizia penale e civile viaggiano su due binari con velocità alquanto diverse, soprattutto nell’Alto Vicentino, è emblematica la vicenda che coinvolge J.M., 43 anni, di Zanè (avv. Alessandro Dall’Igna) e il bidello compaesano, 53 anni. Nei giorni scorsi il giudice Cristina Bertotti del tribunale penale di Schio ha condannato J.M. a 8 mesi di reclusione per lesioni, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violazione di domicilio.
I fatti risalgono ai lavori di ristrutturazione che J.M. ha compiuto a casa M.D.O. per 150-160 milioni di lire. Il cliente aveva pagato 90 milioni, poi contestò il pagamento dei lavori rimanenti e non ha messo più mano al portafogli. L’impresario allora si rivolse ai legali e ottenne dal tribunale l’emissione di un decreto ingiuntivo che però M.D.O., com’è suo diritto, ha opposto. All’impresario non era andata giù perché era già trascorso qualche anno dai lavori e non aveva visto il resto delle lire (nel frattempo diventati euri) che riteneva gli spettassero. Perciò aveva deciso di “farsi giustizia da sè”. Voleva risolvere la querelle senza la mediazione degli avvocati, anche se quando gli spaccò il naso si mise dalla parte del torto. Accadde che il 27 maggio 2004 era entrato in quella casa che aveva ristrutturato, ma contro la volontà del proprietario, e quando la discussione si era accesa l’aveva certificata con un pugno che causò la frattura scomposta della piramide nasale del bidello.
In aula, pochi giorni fa, nel processo per le lesioni ha presentato il conto chiedendo per M.D.O. una provvisionale esecutiva di 7 mila euro.
Il giudice, riconoscendo la responsabilità dell’impresario, ha liquidato 5 mila euro. Che J.M. dovrebbe sborsare, sempre che non decida di adottare la stessa strategia della controparte per dilazionare i tempi. Cosicché quando il tribunale civile emetterà il decreto ingiuntivo lo opporrà. Nel frattempo, i lavori eseguiti a casa M.D.O. non sono ancora stati pagati, anche perché per la cronica carenza di giudici il tribunale civile di Schio non ha stabilito chi dei due abbia ragione. Intanto, sono trascorsi 7 anni, il penale è stato più veloce del civile e J.M. dovrà mettere mano al portafoglio. Prima del suo debitore.

Il Giornale di Vicenza