Ha 10 anni, racconta alla sorella: «Papà mi ha toccato più volte»

VICENZA — A processo per aver molestato la figlia di dieci anni. Dovrà presentarsi in aula l’anno prossimo il thienese di 53 anni accusato di violenza sessuale aggravata, arrestato a metà gennaio di quest’anno dai carabinieri, in esecuzione dell’ordinanza firmata da Gip, ora ai domiciliari in un comune dell’Alto Vicentino. Il giudice Stefano Furlani martedì lo ha infatti rinviato a giudizio: dovrà presentarsi alla sbarra il prossimo 22 gennaio. L’operaio, di suo, ha sempre respinto le pesanti accuse, sostenendo che si trattasse di una sorta di «vendetta da parte dell’ex moglie», con cui il matrimonio e i rapporti si erano chiusi in maniera alquanto burrascosa. La stessa donna che, dopo aver raccolto le confidenze che la figlia più piccola aveva fatto alla più grande, aveva presentato denuncia ai militari del capitano S. P., che avevano avviato le indagini, coordinati dal pubblico ministero Antonella Toniolo. Difesa dall’avvocato Alessandro Dall’Igna, l’ex moglie si è costituita parte civile al processo, chiedendo un risarcimento danni, a nome della minorenne, per un importo di 425mila euro.

Secondo il racconto della ragazzina, oggi undicenne, il genitore avrebbe abusato di lei in due occasioni, una sera, pochi giorni prima di Natale 2011 e nella notte di Capodanno. Secondo il racconto della presunta vittima – lo stesso che ha fornito anche al giudice Massimo Gerace, in sede di incidente probatorio e in una struttura protetta – in una prima occasione il genitore l’avrebbe fatta coricare a letto accanto a sé e l’avrebbe costretta a stare ferma, mentre lui la spogliava, per toccarla nelle parti intime e al petto. Anche nella seconda occasione, nel letto a castello, il 53enne avrebbe allungato le mani per toccarla morbosamente, baciandola in bocca per tre volte. «Non è assolutamente vero, non l’ho mai sfiorata mia figlia, sono solo falsità» ha sempre dichiarato l’indagato. I presunti abusi sarebbero avvenuti nella abitazione dello stesso operaio, nei giorni in cui – così come da sentenza di separazione – le veniva affidata la piccola, all’epoca di dieci anni. La bambina avrebbe confessato questi episodi risultati per lei molto choccanti solo alla sorella più grande, la quale, a sua volta, avrebbe riportato lo sconvolgente racconto alla mamma, il genitore a cui sono state affidate le figlie.

Il padre può vederle infatti solo in giorni prestabiliti. Una versione, quella degli abusi avvenuti in due distinte occasioni, che la minorenne avrebbe ribadito anche successivamente, alla stessa mamma, ai carabinieri e alla psicologa. Quindi anche al giudice. Dichiarazioni, quelle della piccola, che rappresentano una prova. Che gli avvocati dell’operaio, gravato da queste pesanti accuse, sono pronti a smontare. L’occasione si presenterà l’anno prossimo in aula. L’operaio thienese si dovrà presentare alla sbarra il 22 gennaio.

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