Il maresciallo Gdf torna in libertà e va a giudizio

«Le irregolarità si possono sempre trovare», avrebbe detto il maresciallo della Finanza L.C. al commerciante d’auto di Lugo M.M., per indurlo a trovargli sul mercato una Audi A4 d’importazione, valore 38 mila 500 euro, che il militare avrebbe pagato 10 mila euro di meno grazie a uno “sconto” obbligato. È l’accusa più pesante, quella di concussione, per la quale L.C., 47 anni, di Thiene, in servizio fino al 9 luglio alla tenenza di Schio, dovrà presentarsi al processo il prossimo 11 novembre in tribunale a Vicenza.
«Le cose non sono andate così, io non ho costretto il commerciante a farmi lo sconto, per il semplice fatto che non c’è stato», si è fin qui difeso il maresciallo. Egli è tornato in libertà pochi giorni fa, ma il pm Paolo Pecori nello stesso tempo ha firmato la richiesta di giudizio immediato, col quale si salta l’udienza preliminare.
Col deposito degli atti si è appreso che L.C. da tempo era nel mirino dei colleghi della compagnia di Thiene. Il suo nome era emerso nel corso dell’inchiesta “Pugno di Ferro” nella primavera 2009, quando numerose persone erano state arrestate per una presunta associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Fu in quella occasione che un paio di indagati avevano sollevato pesanti interrogativi sulla correttezza istituzionale di L.C.. Era finito sotto indagine per un accesso alla banca informatica della Finanza per verificare a che punto era l’indagine.
Da quel momento la posizione del sottufficiale, che è difeso dall’avvocato Alessandro Dall’Igna di Thiene, si era fatta difficile sotto l’aspetto lavorativo. Non era stato sospeso, com’è invece adesso, ma i colleghi thienesi hanno voluto approfondire una serie di voci sul suo conto.
L’episodio più grave è quello che sarebbe avvenuto nel luglio-agosto di due anni fa quando aveva acquistato un’Audi A 4. A partire da marzo di quell’anno, però, L.C. si sarebbe recato negli uffici della CDS Automobili con frequenza dapprima per chiedere informazioni su una Bmw X3 nuova con cambio automatico da permutare con la sua Audi A3.
Quando M.M. gli avrebbe risposto che il cambio era improponibile, il finanziere avrebbe proseguito nel pressing spostando la sua attenzione su un’Audi A4 che gli era stata fatturata, ottenenendo la restituzione di 10 mila euro. «Non è vero, sono affermazioni prive di fondamento», ha ripetuto L.C. che ha scelto di farsi processare pubblicamente.
A questo episodio di ipotizzata concussione è legato il presunto tentativo di concussione relativo alla Bmw, prima che il maresciallo spostasse la sua volontà d’acquisto sulla Audi A4.
L’altro episodio di concussione che gli è contestato risale al 2007 e riguarda una riparazione da 2 mila euro alla fiancata della solita Audi A3 che il carrozziere I.M. di Zugliano avrebbe dovuto “regalare” al finanziere per evitare controlli fiscali.
Il sottufficiale nega con decisione i fatti e ritiene di riuscire a provare la propria innocenza in aula facendo sfilare in aula numerosi testimoni. Per contro, la procura ha presentato un altrettanto lunga lista testi per provare l’azione illecita del militare.
Tra gli altri, c’è quella di T.F. che il 22 giugno è stato ascoltato dai finanzieri ed ha confermato quanto avevano già riferito M.M. e la segretaria S.F. riguardo a una ipotetica offerta di L.C., tramite un amico dell’Agenzia delle Entrate, per presentare un ricorso. Il servizio sarebbe però costato 15 mila euro, ma non se ne fece nulla.
Il maresciallo ha sempre sostenuto che i fatti sono stati ingigantiti dalle parti offese e che, comunque, non sono avvenuti secondo la ricostruzione dei testimoni. In aula, vista la differenza di versioni, si annuncia una dura battaglia.

Il Giornale di Vicenza