Dapprima i baci, poi le effusioni sempre più insistite e spinte, quindi gli approcci sessuali espliciti con rapporti che nel tempo, accusa la ragazza, sono diventati completi perché era diventata nei fatti la sua amante.
«È stata una situazione sempre più angosciante e squallida che non potevo più tollerare, per questo ho deciso di fare denuncia, anche perché ho un’età che mi emancipa dai ricatti, dopo sei anni di abusi». Così ha denunciato un’adolescente di 17 anni che lo scorso gennaio si è presentata ai servizi sociali di Thiene, dando il via a un’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Cristina Gava, che ha conosciuto un primo passaggio formale in tribunale nel contraddittorio delle parti.
Il gip Massimo Gerace con la formula dell’incidente probatorio ha incaricato un neuropsichiatra di stabilire la capacità di testimoniare della ragazza e la sua personalità.
I contorni della drammatica vicenda, comunque si concluda, affondano in una difficile situazione famigliare deflagrata di recente quando la compagna dell’uomo ha avviato la causa di separazione con addebito. È stato proprio in questo contesto che l’uomo di 55 anni, ha appreso che la figliastra lo aveva querelato per violenza sessuale. È stato uno choc per l’individuo, che respinge le circostanziate accuse, definendole frutto di una vendetta legata alla sua impostazione educativa piuttosto rigida e al quale non sarebbe del tutto estranea la madre della minore.
«In diverse occasioni – ribatte l’indagato davanti agli inquirenti difeso dall’avvocato Alessandro Dall’Igna – avevo verificato che la ragazza ci raccontava bugie e l’avevo richiamata, pretendendo da lei correttezza nei rapporti e sincerità. E lei mi ha ricambiato in questa maniera, sono sconvolto». Il percorso scolastico della studentessa è stato accidentato, così come il rapporto con il patrigno. «A Capodanno lei ci aveva detto che l’avrebbe trascorso con un’amica – ha aggiunto il patrigno -, al contrario è stata in una discoteca tutta la notte con degli adulti». A quel punto le sarebbero stati vietati l’accesso ai social network, facebook in testa, e il rapporto in famiglia si è ulteriormente incrinato.
La minore, invece, agli inquirenti ha segnalato che il comportamento del patrigno è stato molto subdolo, approfittando di quando la madre era fuori casa. Lei ha indicato nel 2008, quando aveva 11 anni, i primi momenti di intimità rubata, con un crescendo di morbosità fino al gennaio di quest’anno quando ha deciso di rivolgersi agli operatori sociali. «Non ne potevo più, anche perché pretendeva sempre di più», ha riferito la minorenne che ha parlato esplicitamente di rapporti sessuali completi estorti.
«Sono stupito e addolorato di fronte a questo racconto perché è frutto dell’invenzione – ha sottolineato il patrigno -, del resto lei in più occasioni ha raccontato bugie, e per questo i nostri rapporti si erano incrinati, anche se mai avrei creduto che fosse capace di alterare la realtà fino ad accusarmi di fatti di questa gravità».
Di tenore opposto il racconto della minore, che alle assistenti sociali ha riferito di avere dovuto subire le pesanti aggressioni sessuali tra le mura domestiche del patrigno. «Sono stata violentata per anni», ha detto in lacrime.
Il Giornale di Vicenza, 14/05/2014