Vicenza. Coi tempi che corrono il fisco che non riscuote una tassa che gli è dovuta sembra una barzelletta. Possibile? Sì, secondo l’avvocato vicentino Alessandro Dall’Igna, che da settimane sta cercando in tutti i modi di sapere quanto deve versare per una tassa di registrazione. Invano. L’ultima risposta giunta dagli uffici della sede di Vicenza dell’Agenzia delle entrate è, in base a quanto riferisce, quanto mai singolare. «Calcoli lei quanto deve pagare, e poi versi la somma di conseguenza».
LA CAUSA CIVILE. Per comprendere la strana vicenda che vede per protagonista il noto legale di Thiene è necessario fare un passo indietro. Era l’agosto 2001 quando M. Z. fu operato all’ospedale di Montecchio Maggiore dal dottor E. C.; secondo la famiglia di M. l’intervento non fu eseguito correttamente causando conseguenze pesanti al giovane. Per questo, tutelati dall’avv. Dall’Igna, i famigliari promossero una causa civile contro il medico e l’Ulss 5 chiedendo un risarcimento dei danni. Dopo 10 anni (i tempi della giustizia…), la causa si è conclusa nei mesi scorsi; il 5 dicembre il giudice Fabio D’Amore ha depositato la sentenza, secondo la quale medico e azienda sanitaria devono corrispondere quasi 280 mila euro al giovane e alla sua famiglia.
LA TASSA DI REGISTRAZIONE. Ogni sentenza civile viene normalmente registrata con una tassa proporzionale al suo importo che le parti si dividono. Quale sia la somma per la sentenza la calcola l’Agenzia delle Entrate alla quale viene inviata la documentazione relativa alla causa. «Generalmente passano un paio di settimane – spiega l’avv. Dall’Igna – e per questo abbiamo atteso che le Entrate pubblicassero sul sito, in uno spazio riservato, la cifra». Il versamento della tassa è obbligatorio per consentire tutte le azioni necessarie ad ottenere il risarcimento.
IL RITARDO. Dopo più di un mese, a metà gennaio, il legale che non trovava ancora nulla sul sito ha contattato la sede vicentina delle Entrate. «Mi hanno risposto che sono oberati di lavoro e che non riescono a rispettare la tempestica – spiega -. Di fatto, mi hanno detto, pubblicano solo le tasse di registrazione relative a sentenze per le quali una delle due parti si fa viva». Per questo, Dall’Igna ha sollecitato il calcolo dell’importo da pagare, sulla scorta di interessi, importo e rivalutazioni. Complessivamente, migliaia di euro.
«CALCOLATELA VOI». Ma non è andata così. Dopo un altro paio di settimane, Dall’Igna è tornato all’attacco. «Mi dite quanto dobbiamo pagare?». La risposta di una dipendente delle Entrate berica sarebbe stata sconcertante. «Guardi, il calcolo fatevelo voi. Le modalità le conoscete. Basta una calcolatrice…». Dall’Igna credeva di non aver capito bene e ha chiesto conferma. No, aveva compreso benissimo. «Credo sia davvero un’assurdità che lo Stato non incameri le spese di giustizia che gli sono dovute. Ma come è possibile da un lato che un caso di risarcimento danni del genere venga bloccato, e dall’altro che il fisco non sia nelle condizioni di calcolare l’ammontare di una tassa?». Ad oggi, l’importo è ancora sconosciuto.
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