Il tribunale anziché il verdetto, dopo la camera di consiglio, ordina una perizia per togliersi ogni dubbio. Il pm in aula aveva chiesto l’assoluzione e lo stesso aveva fatto la difesa. La parte civile, invece, aveva sollecitato la condanna e il risarcimento. Colpo di scena al processo contro un operaio di Marano accusato di aver violentato la figlia. Sì, perchè il collegio non si è prenunciato, ma ha bisogno della perizia di un esperto. Per questo ha nominato il prof. G.B. C., di Bologna, uno dei massimi esperti italiani di neuropsichiatria infantile, che ha giurato davanti al collegio presieduto da Gianesini (giudici Maria Trenti e Velo) e davanti al pm Severi. La difesa dell’operaio ha invece incaricato il professor G. S. come consulente di parte. Dovranno chiarire l’attendibilità a testimoniare della bambina. Il processo finirà in febbraio. I giudici, evidentemente, avevano bisogno di certezze, quelle che in aula non sono emerse. La vicenda, molto delicata, aveva portato il genitore in carcere all’inizio del 2012. «Papà mi ha molestata due volte. Una qualche giorno prima di Natale, l’altra la notte di Capodanno», aveva confermato la piccola di 10 anni. È sulla scorta di queste accuse, che una bambina che vive adesso nel Thienese ripetè quando venne ascoltata dal giudice nel corso dell’incidente probatorio, che è finito alla sbarra il padre di 55 anni (di cui non citiamo il nome per non rendere riconoscibile la figlioletta). L’imputato ha sempre negato quelle che per lui sono accuse infamanti e calunniose. La procura contesta la violenza sessuale aggravata ai danni della figlia. Il papà deve rispondere di aver molestato sessualmente la bambina: avrebbe commesso pesanti abusi che non sarebbero sfociati in uno stupro. I carabinieri della compagnia di Thiene lo avevano catturato a metà gennaio e accompagnato al S. Pio X in virtù di un’ordinanza di custodia firmata dal gip. I fatti sarebbero avvenuti all’interno della sua abitazione. A far scattare l’inchiesta era stata la denuncia della madre della bambina, ex moglie dell’operaio, che è assistita dall’avv. Alessandro Dall’Igna e che si è costituita parte civile chiedendo i danni. La donna aveva spiegato che la piccola si era confidata con la sorella più grande, che ne aveva subito parlato con lei. Racconti poi confermati dalla piccola. L’imputato ha invece sempre sostenuto, anche davanti al giudice, di non averla mai sfiorata e che nessun pensiero del genere gli era mai passato per la mente.
Il Giornale di Vicenza